Musical Fidelity

Musical Fidelity A1, ancora tu?

Questo articolo aggiornato sul Musical Fidelity A1 ripercorre la storia di questo iconico amplificatore in classe A attraverso il restauro di diversi modelli che sono passati nel mio laboratorio.
 
Del Musical Fidelity A1 è stato detto di tutto e di più, un amplificatore a volte osannato e a volte ridicolizzato per la sua grande alettatura e il grande calore che emana. Ma che in una cosa sicuramente mette tutti d’accordo, la sue grandi qualità sonore.
 
Il Musical Fidelity A1 oggetto di questo primo post è un mio amplificatore che posseggo dal lontano 1988. Le modifiche che feci allora furono quelle di sostituire i transistor finali con i Motorola MJ15024/25 e sostituire i condensatori elettrolitici in serie al segnale con condensatori non polarizzati in poliestere Wima.
 
 
Musical Fidelity A1

La coppia MJ15024/25

I miglioramenti all’ascolto furono più che evidenti, il suono acquistò più dinamica e trasparenza. Successivamente cambiai anche le resistenze da 0,47 ohm dell’alimentazione, che avevano quasi bruciato il circuito stampato, per altre da 5W, e sostituii i diodi raddrizzatori con un ponte da 20 A.
 
Da notare che, nonostante la bassa qualità generale della componentistica, nell’A1 si fa uso di resistenze di ottima qualità a strato metallico con tolleranza dell’uno per cento.
 
Musical Fidelity A1

I condensatori di livellamento originali

I condensatori di livellamento originali sono in condizioni pessime e i primi a essere sostituiti. Sono rimpiazzati da condensatori della Cornell Dubilier di pari valore però da 35V/105º. Come la maggior parte degli elettrolitici prodotti oggigiorno sono per montaggio verticale, io in ogni caso ho preferito montarli in orizzontale, fissati con una fascetta, per tenerli il più possibile lontano dal calore della aletta di raffreddamento superiore.
 

I nuovi condensatori di livellamento Cornell Dubilier

Successivamente vengono sostituiti anche tutti gli altri condensatori elettrolitici dell’amplificatore con componenti di qualità. Il selettore degli ingressi che dava già falsi contatti all’epoca è il seguente a finire nel cestino. In questa foto si vede chiaramente come i contatti interni siano completamente anneriti e che ci dicono che è praticamente inutile qualsiasi intento di recuperarlo. 
 

Il commutatore degli ingressi originale

Trovare però un sostituto con la stessa piedinatura è veramente molto difficile, quindi alla fine ho utilizzato un classico commutatore ermetico e l’ho montato su una staffa tagliata a misura. 
 
Musical Fidelity A1

Il nuovo commutatore degli ingressi

Il seguente a essere sostituito è il ponte di diodi che avevo già cambiato anni prima. Meccanicamente stava abbastanza male e dopo averlo tolto per verificare bene il suo stato mi sono reso conto che la parte superiore si era letteralmente scollata. Il nuovo ponte questa volta l’ho fissato sul pannello posteriore.
 
Sostituiti anche i due deviatori, quello del selettore phono mm/mc e quello del tape monitor. Quello del tape monitor non faceva bene contatto e a quel punto avendo trovato da Farnell lo stesso identico pulsante li ho cambiati entrambi. Per chi è interessato lascio qui di seguito il link:
 

Le nuove resistenze a film metallico da 0,22 e 330 ohm

Vengono cambiate R30-31 (0,22 ohm) con resistenze di pari valore da 3 w a film metallico della Panasonic, R15-16 (330 ohm) con resistenze di pari valore da 1 w a film metallico sempre della Panasonic e le due resistenze da 0,47 ohm in serie all’alimentazione con resistenze di pari valore da 3W, 1%, 275º.
 

Il potenziometro del volume

Il problema del potenziometro del volume merita un capitolo a parte. Il potenziometro in questione, di bassa qualità, è inserito nella controreazione di un amplificatore invertente (TL084) il che rende molto difficile la regolazione “fine” del livello di uscita.
 
Già a un quarto del volume si è quasi alla massima potenza, oltretutto ho misurato una sensibilità all’entrata dell’ingresso CD di soli 120mv contro i 200mv dichiarati.
 

Il potenziometro del volume originale

La conseguenza di tutto questo è che la regolazione a bassi volumi d’ascolto è abbastanza complicata e, a causa della tolleranza tra le due sezioni del potenziometro, quando questo è ruotato quasi al minimo, viene a crearsi anche un evidente sbilanciamento tra i due canali. Ho così deciso che l’unica soluzione era quella di dotare l’A1 di un nuovo preamplificatore.
 
L’idea è quella di utilizzare un amplificatore operazionale di ottima qualità in configurazione non invertente con un guadagno di 12-15 db e un potenziometro di ottima qualità.
 
Cominciai perciò a fare ricerche su internet cercando qualche soluzione che potesse essere utile allo scopo, e a un certo punto quando meno me lo aspettavo ho trovato la soluzione su Aliexpress. Un preamplificatore con circuito a doppia faccia, potenziometro Alps, operazionale NE5532 e alimentazione duale con lm317/337.
 

Ci sarà solo bisogno di fare alcune semplici modifiche, e visto che le misure del circuito stampato vanno più che bene per essere inserito all’interno dell’amplificatore, lo ordino e dopo quasi un mese finalmente arriva. 
Qui sotto ho riprodotto lo schema elettrico. 
 
Il nuovo preamplificatore sembra perfetto per lo scopo, il guadagno,12,6db, è corretto e quindi non è necessario intervenire sulle due resistenze della retroazione. Il ponte di diodi va tolto e bypassato, i condensatori elettrolitici da 3300 µF sono troppo grandi e ostacolano il montaggio della scheda nell’amplificatore, vanno cambiati per due condensatori più piccoli, 470/1000µF vanno più che bene.
 
Le resistenze sono tutte smd e le due di uscita da 22 ohm vanno tolte. È un prodotto che viene dalla Cina e probabilmente il controllo di qualità lascia un po’ a desiderare comunque la qualità della componentistica sembra buona, l’NE5532 è montato su zoccolo e si può sostituire facilmente con un altro di maggior qualità.
 
A questo punto bisognerà togliere IC1 (TL084), il potenziometro del volume e i due ponticelli che portano il segnale dal selettore del tape monitor a IC1. Nella foto seguente si può vedere come ho fatto i collegamenti. I fili verde e azzurro all’ingresso del pre, giallo viola è l’uscita, bianco rosso l’alimentazione.
 
Musical Fidelity A1

I collegamenti tra il circuito stampato principale e la nuova scheda del pre

Musical Fidelity A1

La scheda finalmente installata e l’amplificatore pronto per essere provato

Musical Fidelity A1: le misure

L’ultima modifica consiste nel sostituire i connettori di uscita degli altoparlanti con altri di maggior qualità, e a questo punto inizio a provare il “nuovo” Musical Fidelity A1.
 
Inizio con dei test in laboratorio per passare poi se va tutto bene alle prove di ascolto. L’amplificatore funziona correttamente, dalle misure risulta che eroga, ai primi segni di clipping, 12,4 Vrms, con entrambi canali funzionanti, su un carico di 8 ohm, ossia poco più di 19 wrms. Su 4 ohm eroga 9Vrms pari a circa 20Wrms.
 
La sensibilità all’ingresso cd per la massima potenza è di 190mv. La risposta in frequenza a -1dB va da 7 a 40Khz. La distorsione armonica totale (THD) a 1Khz 10Wrms 8ohm è dello 0,11%. La tensione di alimentazione del circuito a causa del forte assorbimento di corrente è di +/- 20V e non +/- 24V come dovrebbe essere visto i secondari del trasformatore da 18V.
 
Musical Fidelity A1

Misurando il Musical Fidelity A1

Musical Fidelity A1

Grafico della distorsione a 1Khz, 10Wrms 8 ohm

Risposta in frequenza

Risposta in frequenza ingresso phono

Inizio la prova di ascolto misurando anche la temperatura dell’apparecchio. Il potenziometro del volume ora funziona che è una meraviglia e la regolazione del livello sonoro è perfetta.
 
Il Musical Fidelity A1 ora sta riproducendo musica liquida a 96khz attraverso un dac dragonfly red, e suona divinamente. Rimango alcune ore ad ascoltare musica dimenticando che l’amplificatore è ancora in prova, il multimetro che misura la temperatura sulla aletta di raffreddamento arriva a segnare 72º!
 

Temperatura dell’aletta di raffreddamento dopo varie ore di uso

A questo punto misuro anche la temperatura interna, la versione del A1 in mio possesso è quella con i pannelli laterali senza fori. Il sensore della temperatura lo inserisco attraverso il pulsante del tape monitor. Da notare che anche non sia un termometro professionale dalle varie prove che ho fatto è abbastanza preciso, la temperatura ambiente durante queste prove è di 24 gradi. La temperatura all’interno dell’amplificatore misurata dopo varie ore di uso è di 66º.
 

E la misura rilevate all’interno dell’amplificatore: 66º

 
Qui di seguito lo schema elettrico finale con le modifiche apportate, nello schema non è presente lo stadio phono e il selettore degli ingressi.
 
Musical Fidelity A1

Schema elettrico con le modifiche, relativo a un solo canale

Musical Fidelity A1 e la classe A

Abbiamo visto che il Musical Fidelity A1 scalda moltissimo. Ovviamente tanto calore dipende dalla grande quantità di corrente che assorbe a riposo e che è necessaria per poter lavorare in classe A. Però di quanta potenza in classe A realmente disponiamo?
 
La corrente a riposo in ciascun finale è fissata esattamente a metà della corrente massima, come deve essere in un push-pull in classe A, e vale 0,72A per ciascuno dei due transistor finali. Ci sono circa 160mv su ciascuna delle due resistenze di uscita (R30 e R31), quindi 160/0,22ohm= 727mA. Quindi di quanta potenza teorica disponiamo in classe A su 8 ohm con 0,72A? Vediamo: Vp (tensione di picco)=Ax2R quindi 0,72×16=11,5 ossia 8,1Vrms (Vrms=11,5/1,41) equivalenti a 8,2Wrms in classe A su 8 ohm.
 
Concludo questo lungo articolo affermando che siamo davanti a un amplificatore in grado di conquistare l’ascoltatore per le sue grandi qualità sonore, così come capace di lasciare perplessi per quello che riguarda alcune soluzioni estetiche e soprattutto la notevole quantità di calore che emana.
 
Per quello che invece si riferisce al funzionamento in classe A i numeri ci dicono che siamo davanti a un amplificatore capace di lavorare in classe A fino a 8Wrms.
 
Musical Fidelity A1

Foto di gruppo

Musical Fidelity A1 David II

Arriva in laboratorio anche quella che dovrebbe essere l’ultima versione del Musical Fidelity A1, è denominata David II. Il circuito stampato è stato ridisegnato, all’ingresso del circuito del preamplificatore sono stati inseriti 4 transistor che dovrebbero evitare il problema di un eventuale “bump” all’accensione, personalmente non gli trovo nessuna utilità se non quella di “sporcare” il segnale, verranno quindi eliminati.

L’interno del Musical Fidelity A1 David II appena arrivato in laboratorio

Nel circuito del preamplificatore viene  utilizzato ancora il TL084 in configurazione invertente con il potenziometro inserito nell’anello di reazione e, anche se ora è un ottimo Alps RK, abbiamo gli stessi problemi della vecchia versione (rumori, difficoltà di regolazione fine). Modificata anche la sezione di alimentazione, ora le resistenze da 0,47 ohm con i relativi condensatori di livellamento sono separati per i due canali, qui sotto lo schema.

Schema elettrico dello stadio di alimentazione

I condensatori dell’alimentazione sono sempre 4 da 10.000µF 25V. In questa versione del Musical Fidelity A1, la tensione di alimentazione è più alta, +/-24V, mentre nella prima versione avevo misurato +/-20V. Di conseguenza anche le prestazioni in quanto a potenza sono diverse, dai 19W rms su 8 ohm della prima versione siamo passati ai 26W rms che ho misurato su questo amplificatore.

Nel circuito stampato è previsto lo spazio anche per un terzo condensatore di livellamento che, ovviamente, utilizzeremo. In totale ci saranno 6 condensatori da 10.000µF. Lo spazio a disposizione non ci permette di utilizzare condensatori le cui dimensioni siano diverse dagli originali, ossia 30mm di diametro e 30mm di altezza. Gli originali sono solo da 25V, ossia al limite visti i +/-24V dell’alimentazione, i nuovi che ho utilizzato sono della Vishay, le dimensioni sono perfette mentre la tensione di lavoro in questo caso é da 35V, 105º di temperatura.

Vengono sostituiti anche i vecchi condensatori elettrolitici in serie al segnale con condensatori non polarizzati della Wima. Come nell’altra versione dell’A1 anche qui viene sostituito il circuito del preamplificatore. Viene tolto il TL084 e le due resistenze da 18 Kohm che dall’uscita del selettore del tape monitor mandano il segnale al vecchio circuito. Viene quindi inserita la nuova scheda del preamplificatore, lo stesso tipo del precedente A1. Il guadagno viene modificato cambiando il valore delle due resistenze della retroazione del 5532, da 1 Kohm a 680 ohm.
 

Le due resistenze da 680 ohm

Nella seguente immagine vediamo i collegamenti della nuova scheda: i fili marrone e viola sono l’ingresso del pre e prendono il segnale all’uscita del selettore tape utilizzando i fori delle due resistenze R19 e R119 che sono state tolte, i fili giallo e bianco sono l’uscita del pre e si collegano nei fori del vecchio potenziometro che è stato tolto, e infine bianco, nero e rosso sono i collegamenti dell’alimentazione.
 
Musical Fidelity A1

I collegamenti della nuova scheda di preamplificazione

Musical Fidelity A1-David II: le misure

La sensibilità degli ingressi con la resistenza da 680 ohm ora è di 250 mV per l’ingresso CD e 4 mV per l’ingresso phono. Come già anticipato dovuto alla tensione di alimentazione più alta la potenza su 8 ohm con i due canali funzionanti a 1 kHz è di 26 Wrms (14,5V) mentre su 4 ohm sono stati misurati 8,5 Vrms pari a 18 Wrms.

Musical Fidelity A1

L’interno del Musical Fidelity A1 David II dopo le modifiche

Le resistenze di uscita dello stadio finale ora sono da 0,47 ohm invece che da 0,22 come la prima versione. Cambia anche il valore di R11 precedentemente era da 3,7 Mohm e in questa versione è da 1,8 Mohm, cambia anche il valore della corrente di riposo e cambia di conseguenza anche la potenza erogabile in classe A. Su ciascuna delle resistenze di uscita ho infatti misurato 252mV pari a una corrente di riposo di 536mA (252/0,47), e questo ci dice che l’amplificatore lavora in classe A fino a: 0,536×16 = 8,57 Vp = 4,6 Wrms.

Distorsione a 1 Khz 10w

Musical Fidelity A1

Risposta in frequenza a 10w rms

E la temperatura? È ovviamente molto più bassa. Dopo varie ore la temperatura dell’aletta di raffreddamento non ha mai superato i 60º (contro i 72º misurati nell’altro amplificatore), da considerare anche che in questa versione i pannelli laterali sono forati.

Qui vediamo a confronto i due modelli, sotto l’A1-X e sopra l’A1 David II, da notare che sono cambiate un poco anche le serigrafie.

Musical Fidelity A1

I due Musical Fidelity A1

Nuove modifiche al Musical Fidelity A1

Ci risiamo, il mio Musical Fidelity A1 mi dice che non ce la fa più, è vero che è continuamente in funzione però se pensa che bruciando il trasformatore di alimentazione io mi arrendo ha capito proprio male, anzi quasi quasi mi ha fatto un piacere. Infatti approfitterò, visto che devo riaprirlo, per fare alcune modifiche e installare il nuovo preamplificadore che ho realizzato appositamente per questo stupendo e infernale, nel vero senso della parola, amplificatore.

I 72 gradi che misurai sono decisamente troppi e probabilmente sono la causa del decesso del trasformatore. Improvvisamente l’ampli si spegne e si brucia il fusibile del primario evitando danni più seri. Complice il gran calore, in alcuni punti dell’avvolgimento l’isolante del trasformatore si è deteriorato creando un cortocircuito.

Il trasformatore del Musical Fidelity A1 bruciato

Il nuovo trasformatore toroidale è perfetto sia per dimensioni che per tensioni di uscita anche se bisognerà fare alcune modifiche. Il secondario, come il vecchio trasformatore è, o meglio sarebbe, da 18-0-18VAC in realtà a vuoto ci sono 20-0-20VAC, questo significa una tensione raddrizzata maggiore. Infatti sotto carico, dopo la resistenza da 0,47 ohm, troviamo +/-22,5V invece dei +/-20V precedenti, questo significa che in uscita avremmo più potenza ma anche una corrente di riposo maggiore e quindi ancora più calore!

Il nuovo trasformatore toroidale e i nuovi condensatori di livellamento

Intanto approfitto dell’amplificatore aperto per fare anche altre modifiche. Cambio i 4 condensatori dell’alimentazione con altri di maggior valore e le cui dimensioni mi permettono di montarli senza problemi. Sono della Epcos, hanno una capacità ciascuno di 15000 µF, tensione e temperatura 35V e 105º. Il collegamento dei cavi del trasformatore verso il circuito stampato lo realizzo con attacchi faston per poterlo scollegare facilmente visto che tanto dovrò smontare lo stampato altre 100 volte…

Ho notato che il ponte di diodi (è il secondo che cambio) anche se molto potente in termini di corrente erogata soffre molto il calore se fissato sul pannello lo sostituisco quindi con 4 diodi sul circuito stampato come era originariamente.

È ora la volta del nuovo preamplificatore. All inizio, per risolvere i problemi di scarsa sensibilità e rumore del potenziometro indotti dal circuito del preamplificatore originale, ne avevo adattato uno che aveva dato buoni risultati, poi, vista la crescente richiesta che ho avuto per modificare l’A1, ho realizzato un nuovo preamplificatore ad hoc e ho fatto realizzare i circuiti stampati da una azienda specializzata.

Il nuovo preamplificatore

Il circuito di alimentazione è realizzato con regolatori LM317-337, in entrata c’è un filtro anti ripple realizzato con una resistenza e due condensatori. I transistors Q1 con C5 e R12 per il lato positivo e Q2 con C10 e R16 per il lato negativo, provvedono a ritardare di alcuni secondi il raggiungimento della tensione di alimentazione, che è di +/-11,5 volts, al fine di evitare il fastidioso transiente di accensione che anche se raro nel MFA1 a volte è comunque udibile.

Schema elettrico del nuovo preamplificatore

Il doppio circuito integrato che si occupa di amplificare il segnale di ingresso è sempre il NE5532. Ho provato vari tipi di circuiti integrati, anche più moderni e più performanti, però alla fine il 5532 è quello che mi ha convinto di più. La sensibilità degli ingressi con il nuovo pre è ora di 190mV per quelli ad alto livello e 3,2mV per l’ingresso phono.

Effettuate queste modifiche e cambiato il trasformatore accendo l’apparato e come anticipato noto che il circuito è alimentato con +/-22,5V, misuro la tensione ai capi delle resistenza di uscita da 0,22 ohm e trovo circa 200mV. Questo significa che la corrente di riposo ora è di ben 900mA!

Il Musical Fidelity A1 durante i test

È quindi necessario trovare una soluzione per diminuire il calore generato visto che con questi valori di corrente l’aletta di raffreddamento passerà dai 72º che misurai a suo tempo ad almeno 80º.

C’è stato un momento in cui avevo preso in considerazione l’installazione di una ventola, feci delle prove e ne installai una a “basso rumore” da 40mm che sembrava perfetta per essere fissata direttamente sul supporto di alluminio dei finali. Ovviamente avrei dovuto anche inserire delle feritoie sui pannelli laterali per consentire la circolazione dell’aria. Abbandonai poi l’idea perché il rumore della ventola si sentiva troppo per i miei gusti e così scartai questa soluzione.

Primo piano della ventolina montata sperimentalmente sul supporto di alluminio

Quindi arrivati a questo punto decido che rimane solo una cosa da fare: diminuire la corrente di riposo. Gia sugli ultimi esemplari Musical Fidelity l’aveva abbassata, lo stesso David II in questo stesso articolo ha una corrente di riposo di 540mA circa mentre nel mio A1 era di 720mA.

Ci sono due modi per regolare la corrente di riposo del MFA1: aumentare R6 e R11, che nei modelli con resistenze di uscita da 0,22ohm sono da 3,7Mohm e in quelli con resistenze da 0,47 sono da 1,8Mohm, o aumentare il valore della resistenze di uscita. Nel David II, che ha resistenze di uscita da 0,47ohm, cambiarono le resistenze da 1,8Mohm per altre da 2,7Mohm ottenendo così una corrente di riposo di circa 560mA. Nel caso del mio A1 ho lasciato invariato il valore da 3,7Mohm e aumentato le resistenze da 0,22 a 0,33ohm, in questa maniera la corrente di riposo è scesa da 900mA a 600mA.

Primo piano delle nuove resistenze da 0,33ohm

Utilizzando la solita formula di cui sopra possiamo calcolare che la potenza teorica disponibile ora in classe A su 8 ohm è di circa 6Wrms minore ovviamente agli 8,2Wrms che avevamo prima delle modifiche.

Durante le prove e dopo varie ore di utilizzo la temperatura dell’aletta di raffreddamento questa volta non ha mai superato i 60º. La potenza di uscita è aumentata, dai 19Wrms originali a 23Wrms su 8 ohm.

Per quel che riguarda la qualità sonora devo dire che questo amplificatore continua a stupirmi positivamente, non solo non risente della piccola diminuzione della potenza disponibile in classe A ma mi sembra che suoni ancora meglio, la riproduzione degli strumenti ad arco ad esempio è sempre più sorprendente per dolcezza e realismo, inoltre la musica in generale sembra aver acquisito anche una maggior dinamica.

Il nuovo Musical Fidelity A1

Il nuovo Musical Fidelity A1 arriva in laboratorio generando molta aspettativa. Immediatamente lo installiamo nella sala di ascolto, e le prime impressioni sono veramente molto positive. Le dimensioni sono un poco più grandi dell’originale, il dissipatore di calore è diviso in due parti, come la prima versione dell’A1.

nuovo Musical Fidelity A1

Il nuovo Musical Fidelity A1

All’interno è tutto molto ordinato, questa volta a differenza di altre versioni come l’A2 il cui articolo abbiamo pubblicato poco tempo fa, si rifa quasi esattamente alla versione originale sviluppata da Tim de Parravicini.

Nuovo Musical Fidelity A1

Vista interna

Si nota chiaramente il tentativo di migliorare l’A1 originale. La sezione di alimentazione ora è sdoppiata già a partire dal trasformatore di alimentazione.

Condensatori di livellamento della Jamicon

Gli elettrolitici di livellamento, ciascuno da 10000µF, sono 4 per canale, le resistenze di filtro sono ora da 0,22 ohm invece che da 0,47ohm. All’interno fanno bella mostra molti condensatori di ottima qualità della Wima.

Il potenziometro del volume

Di miglior qualità anche il selettore degli ingressi e i connettori degli altoparlanti. Il potenziometro del volume motorizzato è un Alps di ottima qualità e questa volta viene utilizzato in maniera classica e non inserito nel circuito di controreazione del preamplificatore che tanti problemi ha dato nella versione originale.

Le modifiche

Gli 8 elettrolitici del circuito di alimentazione sono di tipo verticale e sono troppo alti, 35mm. Come si puó vedere dalla foto vanno quasi a toccare il dissipatore di calore, questo significa che avranno vita breve.

Nuovo Musical Fidelity A1

I condensatori di livellamento Jamicon quasi toccano il dissipatore di calore

Li sostituiremo con degli ottimi condensatori elettrolitici della Vishay, sempre da 10000µF 105º ma con un altezza di soli 30mm.

La differenza di altezza tra i condensatori di livellamento Jamicon e uno dei Vishay che li sostituiranno

Cambieremo anche i condensatori che si trovano in serie al segnale, sono, nonostante l’uso in varie parti del circuito di ottimi condensatori della Wima, elettrolitici bipolarizzati della Jamicon di bassa qualità.

Alcuni dei condensatori elettrolitici bipolarizzati della Jamicon

Al loro posto utilizzeremo condensatori bipolarizzati  Nichicon Muse, di qualità decisamente superiore.

Nuovo Musical Fidelity A1

Circuito stampato del nuovo Musical Fidelity A1 con i nuovi componenti installati

La tensione rilevata su cada resistenza di uscita da 0,47 ohm è di circa 300mV, perciò la corrente di riposo del nuovo Musical Fidelity A1 è di 640mA, minore quindi di quella rilevata sul Musical Fidelity A1 originale ed equivale a circa 6.6Wrms in classe A su 8 ohm.

Su ciascuna delle resistenze di uscita da 0,47ohm è presente una tensione di circa 300mV

Le misure

La sensibilità per la massima potenza è di 250mV per gli ingressi ad alto livello e di 3,8mV per l’ingresso phono mm. La tensione di alimentazione del nuovo Musical Fidelity A1 è di +/-24V, un poco maggiore dell’A1 originale, infatti anche la potenza di uscita è un maggiore: 23Wrms con entrambi i canali pilotati su 8 ohm.

Su 4ohm invece il repentino aumento della distorsione non permette avere una uscita superiore agli 11Wrms. Ad ogni modo sappiamo benissimo che le misure strumentali su un amplificatore come l’A1 lasciano il tempo che trovano, e non rispecchiano minimamente la qualità sonora che è in grado di dare.

Nuovo Musical Fidelity A1

L’interno del nuovo Musical Fidelity A1 con i nuovi componenti

La risposta in frequenza va da 7 a 60kHz-1dB. La distorsione armonica totale a 10Wrms su 8 ohm è dello 0,13%. Per quel che riguarda invece la temperatura sul dissipatore di calore questa non ha mai superato i 62º.

Distorsione a 1Khz 10Wrms 8ohm

Risposta in frequenza dello stadio phono

Per concludere direi che il nuovo Musical Fidelity A1 non ha fatto altro che confermare la bontà del progetto originale, una qualità sonora veramente di alto livello e ora con un rapporto qualità prezzo veramente concorrenziale.

Circa l'autore

Fabrizio Rodilossi

Fabrizio Rodilossi

Appassionato di musica e di elettronica, nei primi anni 80 sono assunto come responsabile tecnico alla Bose Italia, successivamente apro un laboratorio di progetti e riparazioni di apparecchiature audio, quindi, parallelamente, insieme a due amici, rilevo un famoso negozio HIFI di Roma. Oggi, che non vivo più a Roma ma a Barcellona, continuo, per passione e per lavoro, a smontare-riparare-modificare amplificatori possibilmente “vintage".

11 Commenti

  • Buonasera sig. Rodilossi,
    ho letto con grande interesse il suo articolo sulle “patologie” del Musical Fidelity A1 di cui sono un entusiasta utilizzatore. Pur essendo totalmente inesperto di elettronica verifico problemi del potenziometro del volume (impossibilità di erogare progressivamente il volume, sbilanciamento dei canali e frequenti gracchi quando si regola il volume). In considerazione del fatto che lei ora risiede a Barcellona (altrimenti l’avrei già contattata per affidarle il mio amplificatore) ma ha svolto buona parte della sua attività professionale a Roma, le chiedo cortesemente di indicarmi il nome di un serio e competente tecnico specializzato nell’assistenza di questo particolare amplificatore operante nella capitale.
    La ringrazio anticipatamente e le porgo distinti saluti.

    Roberto Marciante

    • Buongiorno Roberto, mi fa molto piacere sapere che l’articolo sul Musical Fidelity A1 è stato di suo gradimento. Purtroppo, come ho detto anche a altri lettori che mi hanno chiesto la stessa cosa via email, non posso aiutarla. Ormai vivo a Barcellona da più di 15 anni e non conosco nessuno a Roma che possa fare questo lavoro. Magari se qualche lettore che ci sta leggendo conosce un tecnico di fiducia a Roma o in qualche altra parte d’Italia che possa fare queste modifiche gli sarei molto grato se ci potesse fare avere i suoi dati.
      Cordiali saluti

  • Salve Fabrizio,
    che differenze costruttive e sonore ci sono tra A1 e A1-X?
    La ringrazio anticipatamente e le porgo cordiali saluti,
    Antonino

    • Buongiorno Antonino, da quello che io so non c’è nessuna differenza tra l’A1 e l’A1-X, infatti in alcune parti d’Europa, come l’Italia, tutti gli A1 distribuiti avevano il prefisso A1-X. Nel corso degli anni sono state poi rilasciate varie versioni dell’A1 con alcune modifiche, per esempio i pannelli laterali forati per permettere una migliore dispersione del calore, condensatori di livellamento per montaggio verticale, differenti selettori d’ingresso o differenti connettori per gli altoparlanti, e come puoi vedere alla fine dell’articolo, anche una versione anzi due chiamate “David I e David II”.
      Cordiali saluti

    • Buongiorno Massimo, si certo che effettuo le modifiche sull’A1. Il fatto che non sono più a Roma ha una importanza relativa, oggigiorno la spedizione per corriere funziona molto bene, ricevo normalmente amplificatori da restaurare/riparare da varie parti di Europa senza problemi. Se sei interessato a restaurare il tuo Musical Fidelity mandami un messaggio dalla sezione “contatti”.
      Saluti cordiali
      Fabrizio

  • Bellissimo articolo, complimenti Fabrizio!

    Da qualche anno ascolto con piacere il fratello maggiore dell’A1, l’A100. Con tutte le riserve del caso a proposito della qualità dei componenti e delle soluzioni circuitali perlomeno spericolate, non posso fare a meno di essere innamorato del suono di questa famiglia Musical Fidelity.

    Vorrei però riuscire ad abbassare un attimo la temperatura a regime di questo focoso ampli, che in alcuni punti del coperchio dissipatore arriva a quasi 70°, nonostante le due ventole montate. Ovviamente, rinunciando ad un pò di classe A.

    Se non ho capito male, in alternativa alla sostituzione delle resistenze da 0.22 ohm con altre da 0.33, per abbassare la corrente di riposo potrei intervenire sulle resistenze R6 e R11, pari a 4.7 Mohm sull’A100 (e a 3.7 Mohm sull’A1). In questo caso, dovrei aumentare, oppure diminuire il valore attuale?

    Ringrazio in anticipo per l’attenzione

    Ancora complimenti, Paolo

    • Buongiorno Paolo, grazie per il messaggio e per i complimenti, ti confermo che se vuoi diminuire la corrente di riposo dell’A100 lasciando invariate le resistenze da 0,22ohm il valore delle resistenze R6 e R11 dovrà essere aumentato.
      Cordiali saluti

  • Buongiorno Fabrizio
    Complimenti per l’articolo.
    Ho un A1 fermo da 10-15 anni, causa il problema sul volume.
    Anni fa avevo trovato in rete una soluzione simile alla tua; non realizzata per pigrizia e paura di fare danni.
    Mia figlia maggiore studia a Barcellona.
    Potresti sistemarlo?
    Volume ed eventualmente elettrolitici andati.

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