Il potenziometro del volume
Musical Fidelity A1: le misure
Musical Fidelity A1 e la classe A
Musical Fidelity A1 David II
Arriva in laboratorio anche quella che dovrebbe essere l’ultima versione del Musical Fidelity A1, è denominata David II. Il circuito stampato è stato ridisegnato, all’ingresso del circuito del preamplificatore sono stati inseriti 4 transistor che dovrebbero evitare il problema di un eventuale “bump” all’accensione, personalmente non gli trovo nessuna utilità se non quella di “sporcare” il segnale, verranno quindi eliminati.
Nel circuito del preamplificatore viene utilizzato ancora il TL084 in configurazione invertente con il potenziometro inserito nell’anello di reazione e, anche se ora è un ottimo Alps RK, abbiamo gli stessi problemi della vecchia versione (rumori, difficoltà di regolazione fine). Modificata anche la sezione di alimentazione, ora le resistenze da 0,47 ohm con i relativi condensatori di livellamento sono separati per i due canali, qui sotto lo schema.
I condensatori dell’alimentazione sono sempre 4 da 10.000µF 25V. In questa versione del Musical Fidelity A1, la tensione di alimentazione è più alta, +/-24V, mentre nella prima versione avevo misurato +/-20V. Di conseguenza anche le prestazioni in quanto a potenza sono diverse, dai 19W rms su 8 ohm della prima versione siamo passati ai 26W rms che ho misurato su questo amplificatore.
Nel circuito stampato è previsto lo spazio anche per un terzo condensatore di livellamento che, ovviamente, utilizzeremo. In totale ci saranno 6 condensatori da 10.000µF. Lo spazio a disposizione non ci permette di utilizzare condensatori le cui dimensioni siano diverse dagli originali, ossia 30mm di diametro e 30mm di altezza. Gli originali sono solo da 25V, ossia al limite visti i +/-24V dell’alimentazione, i nuovi che ho utilizzato sono della Vishay, le dimensioni sono perfette mentre la tensione di lavoro in questo caso é da 35V, 105º di temperatura.
Musical Fidelity A1-David II: le misure
La sensibilità degli ingressi con la resistenza da 680 ohm ora è di 250 mV per l’ingresso CD e 4 mV per l’ingresso phono. Come già anticipato dovuto alla tensione di alimentazione più alta la potenza su 8 ohm con i due canali funzionanti a 1 kHz è di 26 Wrms (14,5V) mentre su 4 ohm sono stati misurati 8,5 Vrms pari a 18 Wrms.
Le resistenze di uscita dello stadio finale ora sono da 0,47 ohm invece che da 0,22 come la prima versione. Cambia anche il valore di R11 precedentemente era da 3,7 Mohm e in questa versione è da 1,8 Mohm, cambia anche il valore della corrente di riposo e cambia di conseguenza anche la potenza erogabile in classe A. Su ciascuna delle resistenze di uscita ho infatti misurato 252mV pari a una corrente di riposo di 536mA (252/0,47), e questo ci dice che l’amplificatore lavora in classe A fino a: 0,536×16 = 8,57 Vp = 4,6 Wrms.
E la temperatura? È ovviamente molto più bassa. Dopo varie ore la temperatura dell’aletta di raffreddamento non ha mai superato i 60º (contro i 72º misurati nell’altro amplificatore), da considerare anche che in questa versione i pannelli laterali sono forati.
Qui vediamo a confronto i due modelli, sotto l’A1-X e sopra l’A1 David II, da notare che sono cambiate un poco anche le serigrafie.
Nuove modifiche al Musical Fidelity A1
Ci risiamo, il mio Musical Fidelity A1 mi dice che non ce la fa più, è vero che è continuamente in funzione però se pensa che bruciando il trasformatore di alimentazione io mi arrendo ha capito proprio male, anzi quasi quasi mi ha fatto un piacere. Infatti approfitterò, visto che devo riaprirlo, per fare alcune modifiche e installare il nuovo preamplificadore che ho realizzato appositamente per questo stupendo e infernale, nel vero senso della parola, amplificatore.
I 72 gradi che misurai sono decisamente troppi e probabilmente sono la causa del decesso del trasformatore. Improvvisamente l’ampli si spegne e si brucia il fusibile del primario evitando danni più seri. Complice il gran calore, in alcuni punti dell’avvolgimento l’isolante del trasformatore si è deteriorato creando un cortocircuito.
Il nuovo trasformatore toroidale è perfetto sia per dimensioni che per tensioni di uscita anche se bisognerà fare alcune modifiche. Il secondario, come il vecchio trasformatore è, o meglio sarebbe, da 18-0-18VAC in realtà a vuoto ci sono 20-0-20VAC, questo significa una tensione raddrizzata maggiore. Infatti sotto carico, dopo la resistenza da 0,47 ohm, troviamo +/-22,5V invece dei +/-20V precedenti, questo significa che in uscita avremmo più potenza ma anche una corrente di riposo maggiore e quindi ancora più calore!
Intanto approfitto dell’amplificatore aperto per fare anche altre modifiche. Cambio i 4 condensatori dell’alimentazione con altri di maggior valore e le cui dimensioni mi permettono di montarli senza problemi. Sono della Epcos, hanno una capacità ciascuno di 15000 µF, tensione e temperatura 35V e 105º. Il collegamento dei cavi del trasformatore verso il circuito stampato lo realizzo con attacchi faston per poterlo scollegare facilmente visto che tanto dovrò smontare lo stampato altre 100 volte…
Ho notato che il ponte di diodi (è il secondo che cambio) anche se molto potente in termini di corrente erogata soffre molto il calore se fissato sul pannello lo sostituisco quindi con 4 diodi sul circuito stampato come era originariamente.
È ora la volta del nuovo preamplificatore. All inizio, per risolvere i problemi di scarsa sensibilità e rumore del potenziometro indotti dal circuito del preamplificatore originale, ne avevo adattato uno che aveva dato buoni risultati, poi, vista la crescente richiesta che ho avuto per modificare l’A1, ho realizzato un nuovo preamplificatore ad hoc e ho fatto realizzare i circuiti stampati da una azienda specializzata.
Il circuito di alimentazione è realizzato con regolatori LM317-337, in entrata c’è un filtro anti ripple realizzato con una resistenza e due condensatori. I transistors Q1 con C5 e R12 per il lato positivo e Q2 con C10 e R16 per il lato negativo, provvedono a ritardare di alcuni secondi il raggiungimento della tensione di alimentazione, che è di +/-11,5 volts, al fine di evitare il fastidioso transiente di accensione che anche se raro nel MFA1 a volte è comunque udibile.
Il doppio circuito integrato che si occupa di amplificare il segnale di ingresso è sempre il NE5532. Ho provato vari tipi di circuiti integrati, anche più moderni e più performanti, però alla fine il 5532 è quello che mi ha convinto di più. La sensibilità degli ingressi con il nuovo pre è ora di 190mV per quelli ad alto livello e 3,2mV per l’ingresso phono.
Effettuate queste modifiche e cambiato il trasformatore accendo l’apparato e come anticipato noto che il circuito è alimentato con +/-22,5V, misuro la tensione ai capi delle resistenza di uscita da 0,22 ohm e trovo circa 200mV. Questo significa che la corrente di riposo ora è di ben 900mA!
È quindi necessario trovare una soluzione per diminuire il calore generato visto che con questi valori di corrente l’aletta di raffreddamento passerà dai 72º che misurai a suo tempo ad almeno 80º.
C’è stato un momento in cui avevo preso in considerazione l’installazione di una ventola, feci delle prove e ne installai una a “basso rumore” da 40mm che sembrava perfetta per essere fissata direttamente sul supporto di alluminio dei finali. Ovviamente avrei dovuto anche inserire delle feritoie sui pannelli laterali per consentire la circolazione dell’aria. Abbandonai poi l’idea perché il rumore della ventola si sentiva troppo per i miei gusti e così scartai questa soluzione.
Quindi arrivati a questo punto decido che rimane solo una cosa da fare: diminuire la corrente di riposo. Gia sugli ultimi esemplari Musical Fidelity l’aveva abbassata, lo stesso David II in questo stesso articolo ha una corrente di riposo di 540mA circa mentre nel mio A1 era di 720mA.
Ci sono due modi per regolare la corrente di riposo del MFA1: aumentare R6 e R11, che nei modelli con resistenze di uscita da 0,22ohm sono da 3,7Mohm e in quelli con resistenze da 0,47 sono da 1,8Mohm, o aumentare il valore della resistenze di uscita. Nel David II, che ha resistenze di uscita da 0,47ohm, cambiarono le resistenze da 1,8Mohm per altre da 2,7Mohm ottenendo così una corrente di riposo di circa 560mA. Nel caso del mio A1 ho lasciato invariato il valore da 3,7Mohm e aumentato le resistenze da 0,22 a 0,33ohm, in questa maniera la corrente di riposo è scesa da 900mA a 600mA.
Utilizzando la solita formula di cui sopra possiamo calcolare che la potenza teorica disponibile ora in classe A su 8 ohm è di circa 6Wrms minore ovviamente agli 8,2Wrms che avevamo prima delle modifiche.
Durante le prove e dopo varie ore di utilizzo la temperatura dell’aletta di raffreddamento questa volta non ha mai superato i 60º. La potenza di uscita è aumentata, dai 19Wrms originali a 23Wrms su 8 ohm.
Per quel che riguarda la qualità sonora devo dire che questo amplificatore continua a stupirmi positivamente, non solo non risente della piccola diminuzione della potenza disponibile in classe A ma mi sembra che suoni ancora meglio, la riproduzione degli strumenti ad arco ad esempio è sempre più sorprendente per dolcezza e realismo, inoltre la musica in generale sembra aver acquisito anche una maggior dinamica.
Il nuovo Musical Fidelity A1
Il nuovo Musical Fidelity A1 arriva in laboratorio generando molta aspettativa. Immediatamente lo installiamo nella sala di ascolto, e le prime impressioni sono veramente molto positive. Le dimensioni sono un poco più grandi dell’originale, il dissipatore di calore è diviso in due parti, come la prima versione dell’A1.
All’interno è tutto molto ordinato, questa volta a differenza di altre versioni come l’A2 il cui articolo abbiamo pubblicato poco tempo fa, si rifa quasi esattamente alla versione originale sviluppata da Tim de Parravicini.
Si nota chiaramente il tentativo di migliorare l’A1 originale. La sezione di alimentazione ora è sdoppiata già a partire dal trasformatore di alimentazione.
Gli elettrolitici di livellamento, ciascuno da 10000µF, sono 4 per canale, le resistenze di filtro sono ora da 0,22 ohm invece che da 0,47ohm. All’interno fanno bella mostra molti condensatori di ottima qualità della Wima.
Di miglior qualità anche il selettore degli ingressi e i connettori degli altoparlanti. Il potenziometro del volume motorizzato è un Alps di ottima qualità e questa volta viene utilizzato in maniera classica e non inserito nel circuito di controreazione del preamplificatore che tanti problemi ha dato nella versione originale.
Le modifiche
Gli 8 elettrolitici del circuito di alimentazione sono di tipo verticale e sono troppo alti, 35mm. Come si puó vedere dalla foto vanno quasi a toccare il dissipatore di calore, questo significa che avranno vita breve.
Li sostituiremo con degli ottimi condensatori elettrolitici della Vishay, sempre da 10000µF 105º ma con un altezza di soli 30mm.
Cambieremo anche i condensatori che si trovano in serie al segnale, sono, nonostante l’uso in varie parti del circuito di ottimi condensatori della Wima, elettrolitici bipolarizzati della Jamicon di bassa qualità.
Al loro posto utilizzeremo condensatori bipolarizzati Nichicon Muse, di qualità decisamente superiore.
La tensione rilevata su cada resistenza di uscita da 0,47 ohm è di circa 300mV, perciò la corrente di riposo del nuovo Musical Fidelity A1 è di 640mA, minore quindi di quella rilevata sul Musical Fidelity A1 originale ed equivale a circa 6.6Wrms in classe A su 8 ohm.
Le misure
La sensibilità per la massima potenza è di 250mV per gli ingressi ad alto livello e di 3,8mV per l’ingresso phono mm. La tensione di alimentazione del nuovo Musical Fidelity A1 è di +/-24V, un poco maggiore dell’A1 originale, infatti anche la potenza di uscita è un maggiore: 23Wrms con entrambi i canali pilotati su 8 ohm.
Su 4ohm invece il repentino aumento della distorsione non permette avere una uscita superiore agli 11Wrms. Ad ogni modo sappiamo benissimo che le misure strumentali su un amplificatore come l’A1 lasciano il tempo che trovano, e non rispecchiano minimamente la qualità sonora che è in grado di dare.
La risposta in frequenza va da 7 a 60kHz-1dB. La distorsione armonica totale a 10Wrms su 8 ohm è dello 0,13%. Per quel che riguarda invece la temperatura sul dissipatore di calore questa non ha mai superato i 62º.
Per concludere direi che il nuovo Musical Fidelity A1 non ha fatto altro che confermare la bontà del progetto originale, una qualità sonora veramente di alto livello e ora con un rapporto qualità prezzo veramente concorrenziale.
Buonasera sig. Rodilossi,
ho letto con grande interesse il suo articolo sulle “patologie” del Musical Fidelity A1 di cui sono un entusiasta utilizzatore. Pur essendo totalmente inesperto di elettronica verifico problemi del potenziometro del volume (impossibilità di erogare progressivamente il volume, sbilanciamento dei canali e frequenti gracchi quando si regola il volume). In considerazione del fatto che lei ora risiede a Barcellona (altrimenti l’avrei già contattata per affidarle il mio amplificatore) ma ha svolto buona parte della sua attività professionale a Roma, le chiedo cortesemente di indicarmi il nome di un serio e competente tecnico specializzato nell’assistenza di questo particolare amplificatore operante nella capitale.
La ringrazio anticipatamente e le porgo distinti saluti.
Roberto Marciante
Buongiorno Roberto, mi fa molto piacere sapere che l’articolo sul Musical Fidelity A1 è stato di suo gradimento. Purtroppo, come ho detto anche a altri lettori che mi hanno chiesto la stessa cosa via email, non posso aiutarla. Ormai vivo a Barcellona da più di 15 anni e non conosco nessuno a Roma che possa fare questo lavoro. Magari se qualche lettore che ci sta leggendo conosce un tecnico di fiducia a Roma o in qualche altra parte d’Italia che possa fare queste modifiche gli sarei molto grato se ci potesse fare avere i suoi dati.
Cordiali saluti
Puntomusica a Garbatella
Salve Fabrizio,
che differenze costruttive e sonore ci sono tra A1 e A1-X?
La ringrazio anticipatamente e le porgo cordiali saluti,
Antonino
Buongiorno Antonino, da quello che io so non c’è nessuna differenza tra l’A1 e l’A1-X, infatti in alcune parti d’Europa, come l’Italia, tutti gli A1 distribuiti avevano il prefisso A1-X. Nel corso degli anni sono state poi rilasciate varie versioni dell’A1 con alcune modifiche, per esempio i pannelli laterali forati per permettere una migliore dispersione del calore, condensatori di livellamento per montaggio verticale, differenti selettori d’ingresso o differenti connettori per gli altoparlanti, e come puoi vedere alla fine dell’articolo, anche una versione anzi due chiamate “David I e David II”.
Cordiali saluti
Buongiorno sono Massimo vorrei sapere se effettua queste modifiche sull’A 1 , peccato non sia piu a Roma
Buongiorno Massimo, si certo che effettuo le modifiche sull’A1. Il fatto che non sono più a Roma ha una importanza relativa, oggigiorno la spedizione per corriere funziona molto bene, ricevo normalmente amplificatori da restaurare/riparare da varie parti di Europa senza problemi. Se sei interessato a restaurare il tuo Musical Fidelity mandami un messaggio dalla sezione “contatti”.
Saluti cordiali
Fabrizio
Bellissimo articolo, complimenti Fabrizio!
Da qualche anno ascolto con piacere il fratello maggiore dell’A1, l’A100. Con tutte le riserve del caso a proposito della qualità dei componenti e delle soluzioni circuitali perlomeno spericolate, non posso fare a meno di essere innamorato del suono di questa famiglia Musical Fidelity.
Vorrei però riuscire ad abbassare un attimo la temperatura a regime di questo focoso ampli, che in alcuni punti del coperchio dissipatore arriva a quasi 70°, nonostante le due ventole montate. Ovviamente, rinunciando ad un pò di classe A.
Se non ho capito male, in alternativa alla sostituzione delle resistenze da 0.22 ohm con altre da 0.33, per abbassare la corrente di riposo potrei intervenire sulle resistenze R6 e R11, pari a 4.7 Mohm sull’A100 (e a 3.7 Mohm sull’A1). In questo caso, dovrei aumentare, oppure diminuire il valore attuale?
Ringrazio in anticipo per l’attenzione
Ancora complimenti, Paolo
Buongiorno Paolo, grazie per il messaggio e per i complimenti, ti confermo che se vuoi diminuire la corrente di riposo dell’A100 lasciando invariate le resistenze da 0,22ohm il valore delle resistenze R6 e R11 dovrà essere aumentato.
Cordiali saluti
Buongiorno Fabrizio
Complimenti per l’articolo.
Ho un A1 fermo da 10-15 anni, causa il problema sul volume.
Anni fa avevo trovato in rete una soluzione simile alla tua; non realizzata per pigrizia e paura di fare danni.
Mia figlia maggiore studia a Barcellona.
Potresti sistemarlo?
Volume ed eventualmente elettrolitici andati.
Buonasera Massimo, grazie per contattarmi, si certo che posso sistemarlo, ti ho mandato un e-mail con tutta la informazione, cordiali saluti